Profumo di pane 2 - rizzuti.it

Sito multilingua
Vai ai contenuti
<- menù

ATMOSFERE VISSUTE ?



Quando il pane veniva tolto dal forno e posto al rovescio sulla tavola, era subito girato e contemporaneamente  veniva ripreso a voce alta chi compiva  tale gesto, poiché era considerato un segno che portava “male”, carestia all’interno della famiglia, oppure preludio di una malattia.
 La Gnura Rosina nei momenti di riposo, ci raccontava di una signora che dopo aver preparato le pagnotte da cuocere, faceva le croci e le baciava tutte, perché così si dava il viatico per una buona cottura.
Il momento che ricordo con piacere, è l’assaggio delle varie pizze, frese e piccole pagnotte che la Gnura Rosina ci dava in assaggio per ingannare l’attesa. Quelli erano momenti magici! Alcune volte ci consegnava un pezzo di pitta con dentro delle fette di salsiccia, o una fetta di pane ancora caldo, inondato di olio e sale, insomma era una festa per tutti i presenti.
 Ricordo che una volta impugnò un coltello e scavò la mollica in un pezzo di pane raffermo, lasciando un buco al centro e dopo incominciò a riempirlo con olio sale e peperoncino. Un vero e proprio allucinogeno naturale..... mi ricordo che un bimbo di 5 o 6 anni, dopo averlo assaggiato, diventò in faccia tutto rosso, sembrava una lampadina, si “accese” e incominciò a correre come un matto lungo lo stradello del forno, gridando: “Come è buono! Come è buono! …..”.

L’apoteosi era al momento di sfornare, la Gnura Rosina prendeva una pagnotta, ne tagliava due fette sottili e in mezzo infilava dei ciccioli caldi e poi diceva: “Assaggiate, se va bene, possiamo sfornare”.
 La Gnura Rosina non sbagliava, sapeva benissimo quando era il momento, sembrava una levatrice che conosceva il momento giusto per far nascere un bambino.
 Dopo la cottura, il pane veniva portato a casa utilizzando le stesse tavole di prima, dopo averlo coperto con il lenzuolo; durante il percorso il profumo si diffondeva per tutto il paese.
 Io seguivo sempre la Signora Immacolata nel tragitto che ci riportava a casa. Un giorno, mentre attraversavamo una viuzza, vidi spuntare due bimbi: una con tanti riccioli biondi e uno senza mutande che per mano incominciarono a seguirci. Siccome la Signora Immacolata andava a passo sostenuto, i due bambini erano costretti a correre e cantavano:” E guellarè, quanto è bella la figlia del Re”.
Questa cantilena ci accompagnò fino all’arrivo a casa, dove ci accolse mia madre, che capì subito la  presenza dei due piccoli; spezzò un panetto e glielo diede. I due bimbi scapparono subito e per le scale incominciarono a rosicchiare il pane.

Naturalmente la Signora Immacolata fece due o tre viaggi per riportare il pane e le ciambelle a casa e terminato l’ultimo trasbordo, era così stanca che sprofondò nella poltrona vicino al caminetto, dove si stava per cuocere  una pignatta di fagioli e salsicce; era ormai l’ora di pranzo e la mamma la invitò a fermarsi. Lei disse di “no” perché doveva aspettare i suoi figli che sarebbero tornati da scuola. Allora la mamma le consegnò due pagnotte e dei dolci per i bimbi e così ringraziando la signora fece ritorno a casa.
La Signora Immacolata scendendo le scale, trova sulla soglia una pagnotta, sbalordita ci chiama per informarci.
 
Scendiamo di corsa le scale e mia madre riconosce il panetto che aveva spezzato e distribuito ai bambini.
 
Aspettò un momento e poi con commozione disse:
 
“Dai e ti sarà dato”.
FINE


Torna ai contenuti