Delitto a Palazzo Chigi
In collegio si dormiva in un'enorme camerata insieme ad una ventina di compagni e ad un istitutore. La sveglia era data dal suono di una campanella, cui facevano immediatamente seguito anche le esortazioni dell'istitutore.
Ci si lavava lungo una fila di lavelli vicino ai box delle latrine e i tempi riservati per tutte queste operazioni erano abbastanza contingentati e comunque tali da costringerlo a modificare tempi e modi ai quali era abituato a casa.
Lo spostamento dalla camerata al refettorio per la consumazione della colazione avveniva inquadrati per due e marciando al passo. Per raggiungere il refettorio era necessario scendere per un paio di rampe di scale e a questo punto si avvertiva il profumo di minestrone che lo aveva accolto sin dal primo momento all’ingresso del collegio.
Il posto a tavola era assegnato d'autorità e quando tutti i convittori avevano raggiunto i loro posti, l’istitutore dava inizio alla recitazione di una preghiera. Dopo la colazione, si marciava verso le aule scolastiche,
Ci si lavava lungo una fila di lavelli vicino ai box delle latrine e i tempi riservati per tutte queste operazioni erano abbastanza contingentati e comunque tali da costringerlo a modificare tempi e modi ai quali era abituato a casa.
Lo spostamento dalla camerata al refettorio per la consumazione della colazione avveniva inquadrati per due e marciando al passo. Per raggiungere il refettorio era necessario scendere per un paio di rampe di scale e a questo punto si avvertiva il profumo di minestrone che lo aveva accolto sin dal primo momento all’ingresso del collegio.
Il posto a tavola era assegnato d'autorità e quando tutti i convittori avevano raggiunto i loro posti, l’istitutore dava inizio alla recitazione di una preghiera. Dopo la colazione, si marciava verso le aule scolastiche,
le lezioni erano tenute da insegnanti che venivano dall'esterno e i banchi erano dei grossi cassoni di legno con quattro gambe e con un piano inclinato che poteva essere ribaltato consentendo di accedere all'interno, dove erano riposti i libri e il necessario per scrivere e disegnare. Al termine delle ore di lezione si consumava il pranzo, dopo di che si ritornava nell'aula, dove il pomeriggio era interamente dedicato allo studio e alla lettura, rotto da una breve ricreazione che nella buona stagione si svolgeva in cortile. A sera si ritornava in refettorio e infine, dopo un breve intervallo, si ritornava nella camerata per riposare.
Ogni mese il Maresciallo, accompagnato dalla moglie, faceva visita al ragazzo e la giornata terminava sempre con lunghi abbracci e pianti. Comunque Gigino in collegio era diventato più tranquillo e otteneva buoni voti; il padre per questo era diventato più ottimista e promise a suo figlio che, dopo la terza media sarebbe rientrato a casa per poi continuare gli studi in una città vicina.
In estate il ragazzo ritornava a casa per le vacanze e subito dopo con la madre partivano per il mare a casa dalla nonna Cesira. Il Maresciallo invece, era costretto a rimanere in servizio fino al quindici di agosto, per cui Gigino viveva tranquillo e coccolato dalla nonna che gli preparava cibi sani e deliziosi da fargli dimenticare la mensa del collegio.