16° episodio - rizzuti.it

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A NATALE FRIJRI I GUAJUNI




Josephine ritornò da Parigi e comunicò agli amici che si sarebbe trasferita a casa di una sua cara amica.
Da quel momento, solo in tre avrebbero diviso le spese dell’appartamento, dovevano quindi fare economia e prestare molta più attenzione alle entrate e alle uscite.
Gabriele continuò a frequentare l’Università e gli mancavano ormai pochi esami per laurearsi.
Pasquale invece proseguì il suo lavoro all'Alfa Romeo guadagnandosi la stima dei superiori tanto che venne nominato, dopo un solo anno, capo squadra del reparto assemblaggio.
Nel contempo conobbe un collega che lo introdusse nella sezione sindacale della fabbrica.
La sua vita cambiò molto, la sera ritornava a casa sempre più tardi per partecipare a delle riunioni sindacali, e così comprese le problematiche e le esigenze dei lavoratori.

In quel periodo l'Alfa Romeo lanciò la Giulietta, l'automobile che doveva rappresentare la riscossa dell’azienda dopo i problemi causati dalla grande crisi del 1929 e dalle turbolenze della seconda guerra mondiale.
Ne costruirono quasi 132.000 nello Stabilimento del Portello a Milano, numeri impressionanti per l'epoca.
Mai prima d'ora si era vista una vettura tanto potente ma poco avida di carburante, con un grande bagagliaio ed un prezzo tutto sommato abbordabile.
Pasquale si sentiva appagato da tutto questo progresso e in pochi anni di duro e appassionato lavoro diventò capo reparto.

Ma le soddisfazioni sul lavoro solo in parte potevano compensare il suo grande cruccio: non avere vicino Teresina e i bambini.
Nella sua mente cominciò a farsi largo l'idea di far venire a Milano anche la sua famiglia.
Si diede quindi da fare per cercare un'abitazione adeguata, ma purtroppo dovette affrontare un grosso problema, comune a tantissimi emigrati del Sud.
Sui muri di tante case era esposto un cartello che non aveva bisogno di spiegazioni o commenti:
 “NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI”.
Pasquale si sentiva schiaffeggiato e umiliato ma non si diede per vinto: si rivolse allora al suo amico sindacalista per essere aiutato nella ricerca.
Fu fortunato.
Di lì a poco il suo amico trovò una buona occasione, un appartamento nella zona della Ghisolfa. Era un'abitazione confortevole, dove poter finalmente realizzare il suo sogno: svegliarsi con Teresina al suo fianco, far colazione tutti assieme e tornare la sera per condividere il calore di una famiglia riunita attorno a un tavolo.
Il proprietario chiedeva a garanzia sei mensilità in anticipo, ma Pasquale ormai non aveva più problemi economici, guadagnava bene e si poteva permettere di affrontare questa spesa.
A fine luglio ci fu una telefonata, dopo la quale Teresina chiamò i bambini e disse loro trattenendo le lacrime:
"Papà ci aspetta".
Quella notte nella casa non si dormì dalla gioia.




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