ATMOSFERE VISSUTE ?
MARIANNA 2° EPISODIO
Il cancello posteriore era stranamente aperto. La sventura era lì, pronta ad avverarsi.
Accelerò il passo. “Dove era finita la sua gattina”. Poi la vide. Era impaurita.
In quell’istante, un sacco gli si precipitò addosso.
Due mani forti e ruvide la presero e le impedirono di urlare.
Si sentì trasportata sulle spalle da una persona molto forte e per molto tempo.
Poi sentì l’odore e il rumore del mare e infine il dondolio di una barca.
Avvertiva più di tutto terrore, perché non riusciva a capire.
In seguito, sentì ancora più forte i sobbalzi della barca su cui l’avevano caricata.
Ogni volta che si agitava o cercava di urlare, una mano la picchiava. Infine si rese conto d’essere trainata verso l’alto da una fune e immediatamente adagiata su di un pavimento di legno.
A questo punto Marianna venne fatta uscire dal sacco e immediatamente bendata, nel frattempo, si accorse d’essere su di un grande naviglio.
Si navigò forse per tre giorni e tre notti.
Sempre bendata, le davano una ciotola di acqua e del pane con qualcosa di disgustoso da mangiare. L’unico conforto di giorno, era il calore del sole.
Dopo il pasto, gli uomini, che le stavano vicini, utilizzando una lingua mai sentita, ridevano e giocavano con i dadi.
L’ultima notte tentò di svincolarsi. Non l’avesse mai fatto! La punizione fu orribile.
Il suo guardiano, mentre gli altri dormivano, la prese con una brutalità inaudita.
Il dolore della violenza che subì fu atroce, così come la nausea che provò per il fetore che emanava quell’uomo.
Il dolore della violenza che subì fu atroce, così come la nausea che provò per il fetore che emanava quell’uomo.
Marianna capì subito che quelli non erano persone, ma animali.
Nella sua fanciullezza aveva sentito spesso storie di pirati, di corsari e soprattutto di rapimenti.
Infatti con la caduta dell'Impero Amasyano d'Occidente, le invasioni dei pirati, arrivarono sulle coste dell'Italia del Sud in maniera continua e sistematica.
L'avvento dell'Islam nel 632, peggiorò notevolmente la situazione, le coste italiane e i centri abitati del meridione, venivano continuamente presi di mira, preda di saccheggi e razzie.
Le popolazioni erano quindi costrette a fuggire nell'entroterra, abbandonando le coste.
L'avvento dell'Islam nel 632, peggiorò notevolmente la situazione, le coste italiane e i centri abitati del meridione, venivano continuamente presi di mira, preda di saccheggi e razzie.
Le popolazioni erano quindi costrette a fuggire nell'entroterra, abbandonando le coste.
In quel periodo, la vita doveva essere molto più esposta ai pericoli e alle altalene del destino. Se allora il mare non aveva sperimentato i guasti dell'inquinamento e del degrado ecologico, tuttavia dal mare erano più volte venute la distruzione e la morte al seguito delle scorrerie dei pirati e dei briganti.
A Marianna avevano spesso raccontato storie riguardanti pirati e turchi e sapeva benissimo che quando s’intravedevano da lontano grandi imbarcazioni, bisognava dare l’allarme e correre subito verso la collina.
"All'armi, all'armi, li campani sonano,
li turchi su calati alla marina,
chi 'avi i scarpi rutti si li sola,
nun ha paura di pigghiari spini".
Così dice una canzone popolare che, rievocava lo sbarco dei turchi che si erano affacciati sulle coste e nell'allarme, gridato a gran voce dalla fantasia popolare, viene posto l'accento sulla necessità di provvedere subito a farsi risuolare le scarpe rotte, se non si vuole correre il rischio di essere trafitti dalle spine dei rovi.
Quel giorno purtroppo nessuno dette l’allarme, perché il Veliero si era nascosto dietro il promontorio e i pirati per sbarcare, fecero uso delle scialuppe che, somigliavano alle barche utilizzate dai pescatori.
Dopo tre giorni di navigazione arrivarono in un porto, la fecero scendere e le tolsero la benda.
Marianna non sapeva dove fosse.
Subito una luce intensa le sferzò gli occhi. Era il sole!
Dopo il buio, quella luce dorata rincuorò il suo animo ferito e il calore sembrò lenire i dolori del suo corpo.
Sbarcarono e subito entrarono in un castello sulla costa del Mar Nero, scesero un’infinità di scale e poi camminarono per una serie di cunicoli sotterranei. Arrivarono dinanzi alla porta di una cella e, senza tanti complimenti, Marianna venne spinta dentro, con violenza, terminando contro il muro.
Quell’enorme porta aveva chiuso, ancora una volta, un altro capitolo della sua vita.
Non le fu fatto più del male.