DOMINUS VOBISCUM
Anno dopo anno Don Mario era riuscito a
guadagnarsi sempre più la stima e l'affetto dei suoi parrocchiani. Divenne un
punto fermo nella sua comunità, tutti andavano da lui per consigli e per
esprimere le loro difficoltà, e quando tornavano a casa erano confortati dalle
sue rassicuranti parole e dalle efficaci soluzioni che coinvolgevano, come in
una grande famiglia, l’intera popolazione.
Ultimamente si era laureato uno di quei
ragazzi che lo avevano aiutato a mettere a posto quel locale fatiscente vicino
alla parrocchia. Don Mario organizzò allora nella sala parrocchiale una grande
festa e in quella occasione ne approfittò per esortare tutti i giovani
presenti:
“Vedete, con l’aiuto di Dio e delle
persone di buona volontà, questo ragazzo è arrivato al traguardo, e ciò deve
essere per voi un esempio e uno stimolo a non mollare mai, sappiate che un
risultato positivo ci sarà sempre”.
Da qualche mese in quel locale aveva
predisposto uno spazio dove si facevano lezioni gratuite per i ragazzi
rimandati ad ottobre. Gli "insegnanti" erano alcuni studenti delle
classi superiori che si erano offerti volontari per contribuire alla crescita
culturale della parrocchia.
E presso l’asilo delle suore alcune
ragazze avevano organizzato il doposcuola per i bambini in difficoltà.
Uomo ricco di spirito di iniziativa e
sacerdote instancabile nella sua missione pastorale, Don Mario aveva anche la
consuetudine, molto apprezzata dalla popolazione, di visitare personalmente i
parrocchiani nelle loro case.
All'inizio del suo apostolato si muoveva
in sella ad un asino, che gli permetteva di percorrere anche strade impervie.
Poi il povero ciuco, già anziano e malconcio, passò a miglior vita, e fu
sostituito da una cigolante bicicletta da donna che aveva visto giorni
migliori.
Ma la parrocchia si ingrandiva sempre di più, le cose da fare aumentavano continuamente e non c'era mai tempo per fare tutto.
Ma per Don Mario il destino aveva in serbo una sorpresa, il grande salto verso il simbolo del progresso: l'automobile.
Un suo parrocchiano che doveva partire per la Germania gli propose di acquistare la sua Topolino e così, dopo giorni di trattative, si arrivò al passaggio di proprietà. Da quel momento Don Mario poté raggiungere anche le più lontane casupole in tempi accettabili.
In quello scorcio di fine estate la comunità stava vivendo un periodo abbastanza tranquillo, i problemi c'erano sempre ma tutto sommato erano poco gravi e risolvibili.
Don Mario era pacatamente ottimista sull'andamento del resto dell'anno.
Forse poteva rilassarsi un po'.
Purtroppo si sbagliava.