A NATALE FRIJRI I GUAJUNI
In treno Pasquale interrompeva spesso Saverio, aveva bisogno di parlare di sé e ogni tanto interveniva, cercando di parlare delle sue preoccupazioni e dei suoi desideri.
Intuendo le intenzioni dell'amico, Saverio lo esortò:
“Pasquale adesso parlami di te”.
Fu una fiumara di parole, con toni a volte nostalgici e spesso al limite della commozione.
Pasquale, 27 anni, faceva l'elettricista, operaio della Ditta Strapace che aveva il monopolio dell’energia elettrica del suo paese.
Era un lavoro stabile, poiché era da poco tempo arrivata la corrente elettrica e tutte le abitazioni avevano bisogno di un allaccio o di un impianto per potere illuminare gli appartamenti.
Si lavorava tutti i giorni e spesso bisognava salire sui pali di legno che trasportavano la corrente e non era facile lavorare a quelle altezze.
Per Pasquale non era un problema: era un ragazzo felice, fischiettava sempre durante il lavoro, tant' è che i suoi colleghi lo chiamavano “usignolo”.
Era appagato dalla sua vita, soprattutto perché la sera, ritornando a casa, passava sotto il balcone della sua amata, fischiettando.
Teresina era una splendida ragazza bionda, per lui sicuramente la più bella diciottenne del paese, e forse anche del mondo.....
Quando Pasquale passava, lei si affacciava e appoggiandosi alla ringhiera sorrideva, e i suoi occhi diventavano di un verde intenso, color smeraldo.
Pasquale aveva un pensiero fisso, sposare Teresina.