DOMINUS VOBISCUM
Gennarino d’estate ritornava per alcuni giorni a casa e lì si rilassava e riprendeva quel colorito che durante il seminario perdeva gradualmente.
Gli piaceva il mare e con i suoi amici delle elementari formavano un bel gruppetto e si divertivano, nuotando e scherzando.
Un giorno in spiaggia conobbe un ragazzo più giovane chiamato Mario, era magro e alto, giocava bene a palla e nuotava come un delfino. Si fece subito voler bene dal gruppo e col tempo entrò in confidenza con Gennarino: raccontava di studiare dai Gesuiti, ma il trattamento dei superiori era logorante e spesso lo mettevano in punizione in ginocchio sopra uno strato di ceci.
Quell’estate Mario ebbe il coraggio di raccontare tutto ai genitori, e questi allarmati si misero alla ricerca di un altro istituto, poiché in paese non esisteva una scuola media.
Gennarino, colpito dalla sofferenza del ragazzo, gli consigliò di provare il suo Seminario: in fondo non si stava così male.
A settembre, con sua grande sorpresa, lo incontrò nei corridoi della sua scuola, e si salutarono affettuosamente.
Mario era cambiato: fisicamente più vigoroso e dinamico, negli occhi aveva una luce che solo la serenità poteva dare.
Manifestò gratitudine all'amico, poi i ragazzi parlarono della loro vita e delle loro attività. Gennarino si sentì sollevato, convinto di aver fatto un’opera buona, forse aveva avuto un consiglio dallo Spirito Santo.
Terminati i tre anni nel Seminario della sua cittadina, Gennarino si recò nel capoluogo per frequentare il Seminario Maggiore.
Ormai la sua carriera ecclesiastica era tracciata e vedeva già vicino il traguardo dell’ordinazione sacerdotale.