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Paese mio


” Dovete sapere che in un giorno dell'anno, per magia, si apre una grande fiera. In questa fiera speciale si vende di tutto, ognuno può trovare e comprare qualunque cosa. La differenza con un qualsiasi altro mercato è che l'indomani mattina, le cose comprate, per magia si saranno trasformate in oro puro. Chi ha la fortuna di trovarsi a passare di là in quel momento, si arricchisce per sempre. La Fortuna, non guarda mai in faccia a nessuno, ma è anche sempre frutto del caso. E' un colpo imprevedibile che ti può capitare in qualsiasi momento. L'unica cosa certa è che una volta all'anno immancabilmente si tiene questa magica fiera che dura un giorno. Dopo di che la fiera chiude, tutte le bancarelle scompaiono e l'indomani può riapparire in un altro posto del mondo.
Don Gigino possedeva un grande caseificio, dove produceva formaggi, divenne il più ricco del paese, ma all'epoca quando successe il fatto, era uno dei pastori più poveri del Paese. Quell'anno, la sera di Natale, nevicava forte e Don Gigino dovette ritornare nella sua stalla alla periferia del paese, perché una mucca stava per partorire.
 
Finito di prestare assistenza al vitellino, stava ritornando a casa, quando l’orologio della Chiesa scoccò la mezzanotte, era arrivato vicino al paese e per magia apparve la fiera di mezzanotte. Don Gigino era stanco e aveva freddo, si avvicinò al forno e comprò quattro pagnotte ancora fumante e subito li addentò con voluttà. Poi Decise di comprare delle patate e ritornò a casa e si mise a dormire. Quando arrivò a casa sua moglie e i suoi figli dormivano, perciò non ne fece parola con nessuno dell'accaduto. Grande fu la sua sorpresa quando l'indomani mattina, vide le 4 pagnotte e i 4 sacchi di patate trasformati in oro. Ed ecco che così iniziò la fortuna di Don Gigino".
Inoltre ci raccontava delle “serenate” a pagamento, che di notte, nei vicoli bui del paese, servi­vano a trasmettere messaggi d’amore alla fidanzata. Ma anche di quella sera che l’innamorato non era presente alla serenata, ma si trovava al caldo, nel letto di una signora che lo consolava e lo consigliava su come poter conquistare quella ragazza. I suonatori che al ritorno dalla “serenata”, lo incrociarono in un vicolo scuro, gli chiesero un oneroso contributo; si rifiutò e inizio un brutto battibecco che, finì con pugni e calci e alla fine il povero innamorato, ritornò a casa con un “occhio nero” e un naso che col tempo diventò sempre più “storto”. Saputa della disavventura, i compaesani lo sbeffeggiarono chiamandolo: “lo Sparviero”.  Il giovane di nome Beppe, per l’amore non corrisposto, e perché sbeffeggiato dalla popolazione, abbandonò il suo paese e si rifugiò in un borgo vicino, abitato da pastori poeti, che si dilettano in canti e composizioni. Beppe entrò a far parte di questo mondo, unendosi ai pastori del luogo, e qui conobbe un poeta che gli raccontò storie e avventure.

Volevo ringraziare i numerosi lettori che mi seguono regolarmente, avrei piacere di dialogare con loro, per cui chi vuole può contattarmi mediante il sito, all’indirizzo:
   
Grazie per l’attenzione
 
Arcangelo Rizzuti
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