DOMINUS VOBISCUM
Il "duello" tra i due compari terminò con diversi lividi e contusioni, e la peggio l'ebbe ovviamente il fedifrago Giovanni, che si ritrovò con un occhio nero e alcune costole incrinate. I due vennero separati a forza, e si allontanarono per strade opposte.
Nessuno avrebbe scommesso che la vicenda si fosse conclusa quel giorno.
Il più melodrammatico evocò la "Cavalleria Rusticana", ma tutti si augurarono però che Giovanni non facesse la fine di compare Turiddu.
Dopo alcuni inevitabili minuti di commenti, e passata l'emozione, i presenti si ricomposero e si riallinearono in una fila discretamente ordinata. La domenica passò senza ulteriori intoppi.
I seggi riaprirono anche il lunedì e alle quattordici iniziò lo spoglio delle schede; le previsioni erano incerte e si avvertiva anche odore di brogli elettorali.
Infine i risultati furono i seguenti:
Democrazia Cristiana 2145 voti
Partito Socialista 1955 voti
Bianche 20
Nulle 35.
Insomma, per uno scarto di circa 200 voti vinse l’Avvocato Giannini.
I
commenti furono tanti, ma la sostanza era che il vecchio sindaco doveva passare
il potere all’avvocato. In realtà, vista la piccola differenza di voti, la
maggioranza poteva avere l'apporto di soli diciotto Consiglieri Comunali,
contro i tredici della minoranza.
Bastava
poco, qualche malattia o qualche ripensamento, per causare una situazione di
stallo, o addirittura portare a una sconfitta della maggioranza su
provvedimenti importanti.
La
governabilità era a rischio.
Iniziò
quindi un periodo fatto di compromessi, di passaggi di Consiglieri da un gruppo
all’altro e di “carte bollate”.
Risultato:
immobilismo, clientelismo, emarginazione dei più poveri e infine ancora
emigrazione. Come al solito a rimetterci erano le classi più disagiate.
Una bella mattina d’estate Don Mario andò in ufficio da Don Gennarino per parlare dei problemi della parrocchia e dei suoi giovani, quando ad un tratto vide entrare l’Avvocato Giannini; quale occasione migliore per parlare direttamente con il Sindaco?
Dopo i convenevoli di rito, Don Mario iniziò con veemenza a far presente all’avvocato le condizioni di vita dei suoi parrocchiani, della mancanza di acqua potabile, dell’insufficiente pulizia delle strade, della continua assenza dell’illuminazione stradale e della crescente povertà di molte famiglie. L’Avvocato Giannini si sentiva attaccato ingiustamente e cercava continuamente di svincolarsi da quella invettiva, richiedendo insistentemente di parlare con Sua Eccellenza. Purtroppo il Vescovo era occupato al telefono con l’Arcivescovo Santini e non si poteva disturbare, quindi il nuovo Sindaco “obtorto collo” fu costretto nell'attesa a sorbirsi le lamentele di Don Mario.
Finalmente Sua Eccellenza si liberò e autorizzò l’ingresso dell’avvocato nello studio.
Don Mario era soddisfatto e disse a Don Gennarino: “finalmente a stu strunzu gli ho detto quello che si merita, si crede nu cattolico e nun viene mai a messa e poi…. fa il pietoso con Sua Eccellenza”.
Una settimana dopo si vide spuntare finalmente nelle vie del borgo una guardia municipale, inoltre si avvistarono più spazzini e si intravidero all’opera alcuni elettricisti che lavoravano a dei pali della corrente. Qualche beneficio era stato conquistato.
Una settimana dopo si vide spuntare finalmente nelle vie del borgo una guardia municipale, inoltre si avvistarono più spazzini e si intravidero all’opera alcuni elettricisti che lavoravano a dei pali della corrente. Qualche beneficio era stato conquistato.