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Delitto a Palazzo Chigi


La settimana seguente, alle due di notte, Ciampino si fa rivedere, era molto nervoso e chiese di preparagli una camomilla, Gigino senza dire altro, prepara la bevanda e lo serve al tavolo, si voltò per ritornare al suo posto, quando Ciampino lo trattenne da un braccio e consegnandogli due banconote da cinquanta mila lire disse: “Sei stato bravo, mi potresti portare queste due buste a Piazza Colonna?”.
 
Gigino ansioso disse “Però io termino alle sette” “Va bene mi raccomando!”.
 
In realtà era molto preoccupato di questo, perché come Carabiniere, questa vicenda d’illegalità, poteva creargli dei problemi. Però i soldi gli facevano comodo e al limite non rischiava nulla, perché come l’altra volta, era da suonare ad un campanello e fare la consegna. Inoltre Anastasya era diventata esigente, per cui le spese aumentavano e spesso non si arrivava a fine mese. Con Anastasya le notti indimenticabili di passione si facevano sempre più sporadici, sia per gli impegni di lavoro, che per una certa insofferenza data da continui e piccoli litigi.
 
Anche in ufficio non andava così bene, il Maresciallo Gallini un giorno gli fece un “cazziatone”, perché si era dimenticato di consegnargli un Fax del Comando; in realtà Gigino era così stanco che a volte dormiva in piedi. Le notti fatti in albergo, lo sfinivano e quindi era nervoso e non riusciva a fare bene il suo lavoro.
Una sera rientrò a casa per cena e non trovò Anastasya, era tardi e non capiva questo ritardo, comunque si accovacciò sul divano e qui si mise a dormire. Sul tardi Anastasya rientrò e Gigino spaventato incominciò ad urlare: “Dove sei stata? Non mi avevi detto nulla, tu fai quello che vuoi?”. Appena Anastasya aprì bocca, Gigino si avventò contro e le dette due sberle. Anastasya iniziò a piangere e a disperarsi, non si aspettava un simile gesto, pensò che qualcosa stesse cambiando nel loro rapporto.
Quella notte Gigino disperato, la passò sul divano, pensando a ciò che era successo.
Al mattino il sole entrò dalla finestra e il cinguettio degli uccelli fuori dai vetri, lo svegliarono, si portò in cucina e preparò il caffè; dopo, con un piattino tremolante, portò il caffè alla sua innamorata. Dopo qualche carezza i due si abbracciarono e scoppiò finalmente la pace.
Una sera Ciampino lo aspettò all’ingresso dell’albergo, si salutarono e subito dopo prese sotto braccio Gigino che, imbarazzato si strabiliò. Ciampino disse:” Quanto ti danno per questo lavoro?”. Gigino rispose con un cenno, facendogli capire che erano cinquanta mila lire a notte. Ciampino disse:” Lascia stare questo lavoro, perché io te ne offro duecento se fai delle consegne per me.” Gigino disse: “Io sono un carabiniere e non posso fare del lavoro illegale”. Ciampino gli fece capire che non c’era nulla di illegale, nel consegnare delle buste e poi: " tu non sei a conoscenza del contenuto". Gigino un po’ agitato disse: “Ci devo pensare, perché questo è un lavoretto sicuro e senza rischi, tu invece mi proponi di fare il postino irregolare. Ti darò una risposta domani sera.” Ciampino lo trattenne da un braccio e consegnandogli due banconote da cinquanta mila lire disse: “Mi potresti portare queste due buste allo stesso indirizzo a Piazza Colonna?”. Gigino rispose “Domani mattina?”. “Va bene mi raccomando! Ci vediamo domani sera”.
Quella notte Gigino preoccupato, non fu per nulla tranquillo, pensava all’importanza del denaro, che gli avrebbe consentito un po’ di tranquillità e quindi soddisfare i capricci della sua amante ma, esisteva il rischio di essere individuato, rischiando quindi la perdita del posto di lavoro. La sera dopo, i due s’incontrarono e Gigino chiese a Ciampino che avrebbe anche avuto bisogno  di un’automobile, che poteva servire per le consegne distanti. Naturalmente l’auto doveva essere intestata a Gigino, perché in caso di controlli sarebbe stato coperto. Ciampino s’infuriò e disse: “Ti ho dato una mano e adesso vuoi tutto il braccio. No non se ne fa nulla!”. Ciampino così scappò dall’albergo, bestemmiando e borbottando di tutto contro Gigino. Alle due di notte Ciampino si fa rivedere era molto nervoso e gli chiese una camomilla, Gigino senza dire altro, prepara la bevanda e lo serve al tavolo, si voltò per ritornare al suo posto, quando Ciampino trattenendolo da un braccio disse: “Vabbè però ti do 100 a notte e la benzina la fai tu…”. Infine i due pattuirono un compenso di 150 mila lire e un auto di seconda mano. Nei giorni successivi s’incontrarono presso una concessionaria Fiat, trattarono una Panda in buone condizioni e così la settimana dopo Gigino andò a ritirare l’auto. Quel giorno Anastasya era in casa, così appena arrivato con la Panda sotto la sua abitazione, la chiamò, si affacciò dal balcone e vedendo Gigino seduto sul cofano, rimase sorpresa e incredula. “Scendi, vieni giù che andiamo a fare un giro”. Anastasya era contenta ma nello stesso tempo preoccupata, sembrava il solito colpo di testa di Gigino: “Chissà quale imbroglio aveva combinato!”. Entrati nell’auto, visto la felicità del suo compagno, dopo un po’ incominciò a fare delle domande:” Di chi è questa Panda? Come hai fatto a impossessartene e i soldi da dove li hai presi?”. Gigino aveva già pensato a tutto: “L’auto è usata, mi sono licenziato dall’albergo, perché ho trovato un lavoretto notturno, come fattorino e questa mi serve per le consegne, naturalmente la posso utilizzare anche quando non lavoro, come se fosse mia”. Anastasya si tranquillizzò e quella giornata la passarono andando a girovagare per la città. A sera rincasarono e dopo cena Gigino salutò Anastasya e andò all’incontro con Ciampino. La prima consegna fu di cinque buste da distribuire nelle vicinanze del Quirinale; al ritorno in Hotel, consegnandogli tre banconote da cinquanta mila lire, disse: “Adesso porta queste due buste a Piazza Colonna e dopo puoi tornare a casa”. Gigino contento e soddisfatto lo ringraziò e si dettero appuntamento per fine settimana.
 
Con Anastasya però sia per gli impegni di lavoro, che per una certa insofferenza data da continui litigi e dai concerti che la impegnavano sempre tanto, il loro rapporto si era un po’ incrinato e l’amore sembrava affievolirsi.
 
Anche in ufficio non andava così bene, il Maresciallo Gallini un giorno gli fece un “cicchetto”, perché in ufficio aveva dimenticato di inviare in tribunale un’informativa urgente; in realtà Gigino era stanco e spesso in centralino si addormentava. Quando invece lavorava con Ciampino, tutto andava bene e spesso ritornava a casa prima dell’alba.
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