Delitto a Palazzo Chigi
Passarono i giorni e gli eventi successivi, fecero dimenticare quelle circostanze.
Con il tempo venne promosso ad Appuntato e quindi gli fu attribuito uno stipendio che soddisfacevano meglio le sue esigenze personali. Infatti pensava da tempo di prendere in affitto un piccolo appartamento e quindi di allontanarsi dalla camerata offerta dalla caserma. Il barista che frequentava quasi giornalmente, gli riferì che nelle vicinanze, era diventato libero da pochi giorni, una mansarda vicino alla caserma. Così si fece dare l’indirizzo e subito dopo si recò sul posto, lo accolse una vecchia signora molto gentile, che vedendo l’uomo in divisa, si rassicurò e andarono subito a visitare l’appartamento. Trattarono il prezzo e senza nemmeno stendere il contratto, la signora gli consegnò subito le chiavi. Nello scendere le scale si sentiva provenire dal basso il suono di un violino, Gigino domandò informazione alla signora ed ella con orgoglio disse: “E’ una brava violinista straniera, è bella gentile, ma taciturna. Io la vedo solo a fine mese quando mi porta l’affitto”.
Gigino contento della soluzione, salutò la signora e si diresse verso la caserma e sul portone incontrò il Maresciallo Gallini e Gigino gli comunicò che a giorni avrebbe lasciato la caserma e il Maresciallo, meravigliato disse: “Allora ti vuoi accasare? Bravo, prima lo fai è meglio è.” Il giorno successivo passò dal barista per ringraziarlo dell’informazione, ma mentre sorseggiava un caffè, arrivò la solita ragazza bionda, che con un cenno fece intendere al barista di portarle il solito the. Si accomodò ad un tavolo e si mise a leggere un giornale. Il barista bisbigliando disse: “Lei abita nello stesso palazzo dove hai affittato la mansarda.” Gigino la guardò con interesse e rivolgendosi al barista, fece segno con la testa: “Ma chi è, cosa fa”. Il barista con le braccia fece segno che suonava il violino. Gigino capì subito e salutandolo si rivolse anche alla ragazza che rispose solo con un ciao.
Il giorno dopo era domenica e Gigino approfittò per fare il trasloco e con due valigie uscì dalla caserma e si diresse verso la sua nuova abitazione; era felice e soddisfatto; finalmente poteva separare il lavoro da suo mondo privato. Nell’aprire il portone si trovò davanti la ragazza del bar e disse subito: “Ma tu abiti qui?” e la ragazza rispose:” Si al primo piano!” e Gigino prontamente: “Io all’ultimo e adesso con le valige, ho da fare tutte le scale…” Il dialogo terminò con un ciao. Gigino dedicò tutta la giornata a fare le pulizie e a disfare le valigie. Verso sera uscì di casa, per fare quattro passi e sul lungo Tevere, incontrò di nuovo la ragazza che meravigliata le fece un bel sorriso. Gigino sorridendo disse “Dove va signorina?” Lei con molta serenità rispose: “Ritorno a casa.” Gigino disse: “anch’io, allora ti posso accompagnare?” Così i due, come due vecchi amici, fecero ritorno a casa. Sulle scale si salutarono e Gigino disse: “Io mi chiamo Gigino e tu?” Il mio nome è Anastasya disse la ragazza.