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Andrea da Pharma


Digitò sul pannello: 11 novembre 2623. Premette il pulsante e partì per un’altra avventura. Arrivò nel 2623 e si trovò in un mondo completamente diverso da quello che aveva lasciato. Si trovò in una giungla fitta e selvaggia, dove non c’era traccia del mare. Andrea guardò fuori dal finestrino e vide solo piante, fiori, frutti e insetti. Andrea si chiese dove fosse finita la città e cosa fosse successo alle persone.
 
Uscì dalla capsula e si mise a camminare nella giungla. Scoprì che la capsula aveva una funzione ecologica, che gli permetteva di adattarsi e di integrarsi con l’ambiente naturale. Andrea si sentì armonioso e rispettoso. Si domandò se fosse stato un errore viaggiare così lontano nel futuro. Si chiese se ci fosse ancora qualcuno al mondo. Camminò per ore, sperando di trovare una traccia di vita umana. Finalmente, arrivò a una città nascosta nella giungla, dove vide una scena che lo riempì di ammirazione.
La città era un vero e proprio esempio di equilibrio e di sostenibilità: case fatte di foglie, ponti fatti di liane, torri fatte di bambù, cupole fatte di funghi. La città era piena di persone, che vivevano in un clima di giustizia e di solidarietà. Le persone indossavano abiti ecologici e biodegradabili, e si dedicavano a varie attività: proteggevano la giungla, curavano gli animali, condividevano le risorse, educavano i bambini, risolvevano i conflitti. Andrea notò che le persone erano tutte diverse e multiculturali, e che non c’erano segni di discriminazione o di oppressione. Si chiese come fosse possibile che il mondo fosse diventato così equo e pacifico in cento anni. Quindi si avvicinò alla città e chiamò a gran voce:
-C’è qualcuno? Chi mi può aiutare?
Una persona lo sentì e gli fece segno di entrare in una delle cupole. Si infilò in un tunnel di funghi e si trovò faccia a faccia con un uomo giovane e carismatico, che lo guardò con fiducia.



-Chi sei tu? Da dove vieni? Gli chiese l’uomo.
-Mi chiamo Andrea, e vengo dal passato. Sono un viaggiatore del tempo, e ho bisogno di capire cosa è successo al mondo.
-Ah, un viaggiatore del tempo! Ne ho sentito parlare, ma non ne avevo mai incontrato uno.
-Benvenuto nel 2623, l’anno della democrazia!
-L’anno della democrazia? Che cosa significa?
Significa che siamo riusciti a costruire una società dove tutti hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità. Abbiamo creato una realtà partecipativa, dove tutti hanno voce e voto.
-Davvero? Ma come avete fatto?
-Beh, è una lunga storia. Se vuoi, posso raccontartela.
-Vieni con me, ti porterò al parlamento della cittadinanza, dove potrai vedere con i tuoi occhi la storia dell’umanità.
Andrea accettò l’invito e seguì l’uomo. Si rese conto che l’uomo era il leader della città, e che si chiamava Gabri. L’uomo gli prese la mano e lo condusse al parlamento della cittadinanza, che era il più grande e il più importante di tutta la città. Il parlamento era fatto di legno e di pietra, e conteneva centinaia di sedie e di schermi, che servivano a rappresentare e a consultare tutti gli abitanti della città. Gabri gli spiegò che il parlamento era il centro della democrazia, e che era stato costruito dagli stessi esseri umani, per esercitare e difendere la loro sovranità e il loro benessere. Andrea rimase affascinato da tutto quello che vide. Si rese conto di quanto il mondo fosse democratico in così poco tempo e si sentì coinvolto e responsabile.

Andrea ringraziò Gabri che lo aveva accompagnato e tornò alla sua capsula. Digitò sul pannello: 11 novembre 2723. La capsula ebbe il solito sussulto e sì avviò. Andrea arrivò nel 2723 e si trovò in un mondo completamente diverso da quello che aveva lasciato. Si era materializzata una montagna innevata e gelida, dove non c’era traccia di giungla. Andrea guardò fuori dal finestrino e vide solo neve, ghiaccio e rocce. Si chiese dove fosse finita la città e cosa fosse successo alle persone. Uscì dalla capsula e si mise a scalare la montagna. Scoprì che la capsula aveva una funzione termica, che gli permetteva di resistere al freddo e alla pressione. Andrea si sentì coraggioso e determinato. Si domandò se fosse stato un errore viaggiare così lontano nel futuro. Si chiese se ci fosse ancora qualcuno al mondo. Scalò per ore, sperando di trovare una traccia di vita umana. Finalmente, arrivò a una città incastonata nella montagna, dove vide una scena che lo riempì di orrore. La città era un vero e proprio incubo di tirannia e di violenza: mura di ferro, torri di fuoco, cannoni di plasma, droni di sorveglianza. La città era piena di persone, che vivevano in un clima di paura e di odio. Le persone indossavano uniformi e maschere, e si dedicavano a varie attività: combattevano, uccidevano, torturavano, spionavano, sabotavano. Andrea notò che le persone erano tutte uguali e omologate, e che non c’erano segni di libertà o di diversità. Si chiese come fosse possibile che il mondo fosse diventato così brutto e crudele in cento anni. Si avvicinò alla città e gridò a gran voce:
 
-Aiuto c’è qualcuno? Chi mi può aiutare?
 
Una delle persone lo sentì e gli fece segno di entrare in una delle torri. Andrea si infilò in un portello di metallo e si trovò faccia a faccia con un uomo brutale e spietato, che lo guardò con disprezzo.
 
-Chi sei tu?  Da dove vieni? - gli chiese l’uomo.
 
Mi chiamo Andrea, e vengo dal passato.
 
-Ah, un viaggiatore del tempo! Ne ho sentito parlare, ma non ne avevo mai incontrato uno.
 
-Benvenuto nel 2723, l’anno della guerra!
 
L’anno della guerra? Che cosa significa?
 
-Significa che siamo riusciti a distruggere tutti i nostri nemici, che ci avevano sempre minacciato.
 
-Abbiamo creato una realtà bellica, dove tutto è permesso e niente è sacro.
 
-Davvero? Ma come avete fatto?
 
-Beh, è una lunga storia.
 
Vieni con me, ti porterò al bunker del comando, dove potrai vedere con i tuoi occhi
 
la storia dell’umanità.
 
Andrea accettò l’invito e seguì l’uomo. Si rese conto che l’uomo era il capo della città, e che si chiamava Scesa. L’uomo gli prese la mano e lo condusse al bunker del comando, che era il più piccolo e il più sicuro di tutta la città. Il bunker era fatto di cemento e di acciaio, e conteneva decine di schermi e di tastiere, che servivano a controllare e a coordinare tutte le operazioni militari della città. Scesa gli spiegò che il bunker era il centro della guerra, e che era stato costruito dagli stessi esseri umani, per attaccare e difendere la loro supremazia e il loro orgoglio.
 
Andrea rimase sconvolto da tutto quello che vide. Si rese conto di quanto il mondo fosse bellico in così poco tempo. Si sentì disgustato e spaventato. Si chiese cosa fosse il vero progresso e se ne valesse la pena. Ringraziò Scesa che lo aveva accompagnato e tornò alla sua capsula.

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DIEGO
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