8° episodio - rizzuti.it

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A NATALE FRIJRI I GUAJUNI




Dopo circa un anno si sposarono.
Il prete del paese celebrò la messa in una cappella di campagna vicino al casolare del suocero di Pasquale, tutti si commossero e infine in corteo si diressero verso il banchetto nuziale.
La festa si svolse nel casolare del suocero e fu memorabile: circondati dai mandorli in fiore parteciparono tantissimi invitati e le risa, i canti e i balli durarono un’intera giornata,
che per tanto tempo in paese venne ricordata.

Ricevettero tanti regali, ma anche tanto denaro, indispensabile per comprare i mobili di casa.
Don Felice il falegname aveva avuto l’incarico di fabbricare i mobili ed aveva consegnato solo il letto matrimoniale, un tavolo e quattro sedie, però aveva fermato il lavoro, in attesa di ricevere gli altri soldi per continuare l’opera.
I due sposi, quando tutti erano ormai sotto l’effetto dell’alcol, si congedarono dagl’invitati e con un calesse si diressero verso il loro nido d’amore.
I mobili di Don Felice erano pochi ma loro non se ne accorsero, erano assieme e questo bastava.

Vissero anni di felicità.
Di seguito nacquero due bimbi: Giuseppe e Anna. Quest’ultima era molto somigliante a Teresina; il piccolo Giuseppe aveva tanti riccioli e gli occhi scuri del padre.
Come capita spesso, ai momenti felici seguirono le difficoltà: con il passare del tempo il lavoro incominciò a diminuire.
Improvvisamente la crisi scoppiò quando il titolare della Ditta Strapace chiuse l’azienda e di notte scappò in Argentina con tutta la cassa, lasciando gli impiegati e gli operai a casa.
Pasquale continuò a fare qualche lavoretto, ma le entrate non bastavano più per soddisfare i bisogni della famiglia.
La decisione dell’elettricista fu obbligata: partire per il Nord alla ricerca di un'attività.


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