DOMINUS VOBISCUM
Terminata la prima fase preliminare del Concilio, Monsignor Gennarino prese la strada del ritorno, per poter lasciare così il posto al Vescovo Seminario.
E mentre la mattina presto l'auto lo stava accompagnando verso casa, Monsignor Gennarino rifletteva su come fosse stato fortunato a vivere una esperienza spirituale ed una crescita pastorale così esaltanti.
Perso in tutti quei pensieri così eterei, non immaginava certo cosa lo stava aspettando poco lontano in quello stesso momento.....
Come tutte le mattine il fedele e ormai anziano sagrestano Antonì si stava accingendo di buon ora ad aprire la Cattedrale, compiendo con tranquillità gli stessi abituali gesti che lo avevano accompagnato tutti i giorni per decenni.
Era soprapensiero quando ad un tratto vide sullo scalino una scatola di cartone.
Perplesso, si chinò a sbirciare. Ma.....il sacchetto di carta si muoveva!
Un gatto? un cagnolino? una biscia?
Più incuriosito che sbalordito Antonì si affrettò a lacerarlo e trasalì alla vista di un neonato singhiozzante.
Tremando in modo incontrollato, preda di quest'incubo a occhi aperti, staccò il biglietto appuntato sulla coperta e lo lesse. Gli sfuggì un'imprecazione:
“Capperi !!"
(questa non fu proprio l'esatta parola, il lettore intuirà quale realmente essa fosse).
“Per favore, in qualità di madre chiedo che mia figlia venga affidata a una famiglia che possa amarla e crescerla. Suo padre è di origine italiana; i miei nonni sono calabresi. Che io sappia, in nessuna delle due famiglie sono presenti malattie ereditarie, di conseguenza credo che sia una bimba sana.
Non ho avuto modo di battezzarla, ma sarebbe bello che si chiamasse Speranza.
Le voglio bene, ma non posso tenerla con me. Se un giorno dovesse chiedere di sua madre, mostratele questo biglietto. Ditele che le ore più felici della mia vita sono state quelle in cui l'ho tenuta fra le braccia, subito dopo che è nata.”
Spaventato da quanto stava vivendo e incapace di decidere qualcosa, il povero Antonì si guardò in giro con la speranza che il Cielo gli inviasse un aiuto.
Spaventato da quanto stava vivendo e incapace di decidere qualcosa, il povero Antonì si guardò in giro con la speranza che il Cielo gli inviasse un aiuto.
Il soccorso, chiamiamolo così, arrivò sotto forma di un capannello di pie comari che in un lampo circondarono lui e la bimba.
"Oh poverina!"
"Santa Madre!"
"Ma chi può essere stata?"
"Che vergogna!"
Scosso dal turbinio di commenti e chiacchiere inutili, l'impotente sagrestano stava per soccombere alla disperazione, quando vide con immenso sollievo che stava arrivando l'Angelo Salvatore: Monsignor Gennarino.