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Paese mio




Una notte ha in sogno un doloroso presentimento sulla donna amata; decise così di ripartire a piedi verso il paese natio e attraversando un sentiero, trovò sulle rive del torrente, che doveva attraversare, due donne che gli comunicarono la morte della ragazza. Abbattuto corse verso il paese e arrivato ebbe la conferma. Urlò con disperazione:
 
Su' disperatu e nun trovu fortuna
e duvi vai la terra mi trema
li morti nun mi vonu 'nsipultura
La terra ppi micuralu mi tena

Vai a lu mari e lu trovu 'mportuna

una timpesta calma e 'nata vena
e l'umbra stessa di la mia perzuna
pure contra di mia sdegnata vena
 
 
(Sono disperato e non incontro la fortuna e dovunque vada mi trema il terreno (sotto i piedi).
Anche i morti non mi vogliono (con loro) in cimitero
e la stessa terra mi accetta soltanto per miracolo.
 
 
Se vado in mare lo trovo agitato ad una tempesta che si acquieta ne subentra un 'altra e persino l'ombra che proietta la mia persona si avventa corrucciata contro di me.)
 

Era il Venerdì Santo, e la gente partecipava alla solenne processione del Cristo morto. Alcuni uomini, erano incaricati di mantenere l’ordine e di dirigere il corteo, mentre le monache sorvegliavano i bambini. Il devoto e mesto corteo, procedeva con il Cristo nella bara di cristallo, per le vie del paese, mentre la gente pregava o cantava. Al termine della processione si ritornò in chiesa per le ultime preghiere, con il pensiero già rivolto a ciò che sarebbe accaduto il Sabato Santo. In questo giorno i bambini girano per le vie del paese e suonano “la Tocta” per dare gli avvisi delle funzioni religiose; la Tocta sostituiva i rintocchi delle campane, che in quei giorni restavano “legate”, cioè non potevano suonare, in segno di lutto per la morte di Gesù. La Tocta è un semplice attrezzo costituito da una tavoletta con una feritoia in alto per l’impugnatura e con dei battenti che, con il giusto movimento, vanno a battere contro il legno, avvisando in tal modo che nell’orario stabilito iniziava la cerimonia religiosa.

La Pasqua era una festa molto attesa dai bambini, anche perché le mamme, oltre a preparare la tradizionale torta pasquale, per i più piccoli, cuocevano i“Pupi con l’ovo”, un biscotto a forma di bambola, che mostrava anche un bell’uovo sodo. Il giorno di Pasqua, tutto il paese era in festa, le persone indossavano il vestito nuovo, e un gioioso e assordante scampanio avvisava che stava per iniziare la solenne messa cantata.

Volevo ringraziare i numerosi lettori che mi seguono regolarmente, avrei piacere di dialogare con loro, per cui chi vuole può contattarmi mediante il sito, all’indirizzo:
   
Grazie per l’attenzione
 
Arcangelo Rizzuti
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