DOMINUS VOBISCUM
Era un giorno di metà settembre, la grande calura estiva stava calando e le campagne si stavano riposando, trasmettendo serenità e tranquillità.
La sagrestia di Don Mario venne però scossa, come da un temporale estivo, quando si presentò una coppia di ragazzini con un'aria sperduta che li faceva sembrare ancora più giovani, poco più che bambini.
I due si tennero per mano e andarono subito al dunque: volevano sposarsi!
Il povero parroco cercò di rimanere impassibile sperando che non fosse accaduto qualcosa da dover "riparare", e con tutta la comprensione possibile li fece accomodare.
Grazie alla sua capacità di dialogare con le persone, Don Mario conquistò la loro fiducia e riuscì ad aprire il loro animo.
La situazione era semplice: Rocco e
Lucia si erano perdutamente innamorati, e spinti anche dalla desolazione che li
circondava, sia in casa che nella vita sociale, si erano convinti che la
soluzione migliore verso la felicità era fuggire da tutto e vivere beati del
loro amore.
Erano entrambi minorenni e scappati da
poco da casa, e un loro amico con cui avevano tenuto i contatti li aveva
informati che le rispettive famiglie, preoccupatissime, avevano denunciato la loro scomparsa e i
Carabinieri li stavano cercando dappertutto.
Si temeva addirittura che fosse successo
qualcosa di tragico.
I due ragazzi avevano in
realtà trovato rifugio in una vecchia stalla abbandonata, mangiavano dei
rimasugli di pane che si erano portati dietro, mentre il maschio rubava delle
uova da un vicino pollaio; tentarono persino di fare arrosto un pulcino che era
appena scappato.
Don Mario capì subito che la prima cosa da fare era sfamarli, chiamò così un ragazzino che gironzolava li vicino, gli consegnò dei soldi e disse: “vammi a comprare tre panini con la mortadella”. Il ragazzino tornò subito con la merce e disse: “Don Mario ma oggi avete proprio fame!”.
Il parroco lo incenerì con lo sguardo, poi entrò in sagrestia e consegnò il fagotto ai ragazzi e gli intimò:
“Adesso mangiate e non muovetevi da qui".
Uscì e salendo sulla ormai stanca Topolino ripensò ad una frase di uno scrittore americano: "La giovinezza è splendida, peccato sprecarla dandola i giovani".