20° episodio - rizzuti.it

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A NATALE FRIJRI I GUAJUNI
 


La famiglia di Pasquale si era ormai adattata alla vita in una grande città, con i suoi ritmi, il clima, l'alimentazione e il rumore.
Pasquale continuava la sua vita tra casa e lavoro; la moglie Teresina al mattino accompagnava a scuola il figlio Giuseppe poi, con la piccola Anna, faceva la spesa e ritornava a casa per sbrigare le faccende.
Pasquale era diventato il caporeparto della manutenzione della fabbrica di Portello, era stimato da tutti gli operai della catena di montaggio della Giulietta e frequentava spesso la sezione sindacale della fabbrica.
Una sera, in un’affollata assemblea, Pasquale prese la parola per la prima volta in pubblico con un discorso dai grandi contenuti, manifestando una grande preparazione sui temi cari agli operai.
Fece presente ai convenuti che era arrivato il momento della contrattazione articolata, che avrebbe dato un maggior peso sia alle categorie nazionali, sia alle strutture di fabbrica e quindi, era necessario un contratto nazionale e degli accordi decentrati.
I presenti avevano capito che era arrivato il momento della riscossa e quella sera Pasquale ricevette tanti applausi.
Al termine dell'assemblea ci fu una votazione, con la quale venne eletto a grande maggioranza rappresentante nella delegazione di fabbrica.

Nei giorni successivi fu avviata la vertenza degli elettromeccanici milanesi che si concluse con la firma di decine di accordi aziendali. Fu proprio grazie a questa nuova politica che i metalmeccanici ottennero il riconoscimento della contrattazione integrativa.
Nella settimana successiva si arrivò alla firma di un protocollo d'intesa.
“Pasquale l’Elettricista” era così diventato “Pasquale il Sindacalista”; amato dalla maggioranza dei suoi colleghi, era sempre presente in tutte le manifestazioni sindacali e politiche.

In quel periodo il governo negava il diritto di proprietà alle organizzazioni sindacali dei circoli e il loro uso per tenervi assemblee.
Proibiva comizi e volantinaggi ed è così che molti sindacalisti finirono in prigione.
Inoltre quell'anno si contrappose alle lotte operaie per la difesa del posto di lavoro, reagendo con cariche brutali della polizia, arresti, feriti e morti.
Il popolo si ribellò e venne organizzata un’imponente manifestazione, che causò la caduta del governo.
Dopo i vari giorni di lotta l'atmosfera si rasserenò, si ritornò finalmente alla normale dialettica e quindi a scioperare e concordare con un spirito diverso.
Pasquale ebbe il compito di trattare con le parti, e grazie alla sua abilità e al suo carisma ottenne per suoi compagni lavoratori un contratto più giusto e solidale.



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