35° episodio - rizzuti.it

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DOMINUS VOBISCUM



Era quasi ora di pranzo e Monsignor Gennarino stava scendendo i gradini della Cattedrale con l'intenzione di dirigersi verso la casa dei genitori.
 
Gettò un'occhiata al portone della Cattedrale considerando che si sarebbe meritato un piccolo restauro, o quantomeno una ripulitura.....e i soldi dove li trovo? disse tra sé e sé.....quando il rombo di una macchina distolse la sua attenzione.
 
"Don Gennarì....Don Gennarì....Sua Eccellenza ha bisogno urgente di parlarle, la sta aspettando in Vescovado, vada subito".
 
L'autista del Vescovo si allontanò mentre Monsignor Gennarino sollecitava il sagrestano ad andare dai suoi per avvisarli che sarebbe arrivato con un po' di ritardo. Sarà senz'altro una seccatura, pensò il Monsignore mentre percorrevano il lungo viale alberato, d'altra parte i grattacapi sono un po' la mia specialità, dovrebbero darmi la laurea!
Un assistente aprì la porta dello studio del Vescovo e lo fece accomodare.
"Madre Santa!" esclamò Monsignor Gennarino rivivendo una scena accaduta alcuni anni prima, quando il Vescovo gli annunciò la sua nomina a Monsignore.
Infatti adesso come allora Sua Eccellenza, seduto alla sua scrivania, teneva tra le mani un dispaccio della Santa Sede, sorridendo sornione.
Monsignor Gennarino sbiancò in volto ed ebbe la necessità di sedersi per attutire il colpo. Aveva capito subito di cosa si trattava.
Il suo intuito difficilmente sbagliava: non poteva che essere una cosa sola.
Gli era stato conferito il titolo di Vescovo!
L'elevazione all'Episcopato era un grande onore, destinato al sacerdote "eminente per fede salda, buoni costumi, pietà, zelo per le anime, saggezza, prudenza e virtù umane e inoltre dotato di tutte le altre qualità che lo rendono adatto a compiere l'ufficio episcopale".
 
La proposta all'Elevazione veniva fatta ogni tre anni dai Vescovi di una provincia ecclesiastica, che inviavano alla Santa Sede un elenco di sacerdoti adatti all'Episcopato. In questo caso i proponenti furono il Vescovo Seminario, l'Arcivescovo Santini e il Cardinale Angelini.
 
Sua Eccellenza lo informò che avrebbe svolto l'attività pastorale a Torre, un paese in provincia di Brindisi.
 
Chinando il capo, e provando una gran paura condita da un pizzico di orgoglio,
 
Monsignor Gennarino non poté che dire:
 
"Sia fatta la volontà del Signore!"
 
Ancora scosso Monsignor Gennarino ritornò a casa dai suoi vecchi genitori, che trovò allarmati per il suo ritardo; li fece sedere al tavolo e iniziò con calma a raccontare l’evento. I due anziani non capirono subito l’importanza della questione e dell’eventuale trasferimento, per cui si limitarono a fargli gli auguri.
 
Lo esortarono quindi a mangiare la pasta e fagioli, che ormai si stava raffreddando.
Il figlio non li aveva mai amati come in quel momento.

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