DOMINUS VOBISCUM
Monsignor
Gennarino diventò un sacerdote perennemente indaffarato, tutto il suo tempo era
dedicato al Vescovo e all'organizzazione e gestione della Cattedrale.
Gli
mancava un po' il contatto con le persone, ma era convinto che anche da una
scrivania si poteva fare del bene ai suoi compaesani.
In quei
giorni tutto il mondo cattolico era in trepida attesa della celebrazione del
Concilio Vaticano II, la grande assemblea nella quale il Papa, i Patriarchi, i
Cardinali e tutti i Vescovi del mondo avrebbero discusso i rapporti tra la
Chiesa e la Società.
Fortemente
voluto da Giovanni XXIII, sarebbe stato il più grande tentativo mai compiuto
dalla Chiesa Cattolica di modernizzarsi.
Dalle voci
che giravano, ci si aspettava un evento di portata storica, che avrebbe scosso
dalle fondamenta la tradizionalista e intransigente Chiesa dell'epoca.
L'inizio
era previsto per l'11 ottobre di quel 1962.
Sua
Eccellenza si apprestava a partire per Roma, quando una fastidiosa bronchite lo
costrinse a letto.
In casi
come questo era facoltà del partecipante di delegare un sostituto, che il
Vescovo individuò subito.
Il giorno
dell'apertura del Concilio, nella Basilica di San Pietro a Roma, seduto assieme
ai 2450 prelati più influenti del mondo, ci sarebbe stato Monsignor Gennarino.
Informato
della cosa, il povero Segretario del Vescovo venne avvolto dal turbamento: si
sentiva di essere ancora Don Gennarì, un modesto curato di campagna, e guarda
cosa la vita ora gli stava regalando!
Ma non
c'era tempo per le emozioni, bisognava organizzarsi e partire: vista l'urgenza
si affidò ad una macchina a noleggio con autista, e riprese il consueto tragitto.
Roma lo
stava aspettando.
Furono
giornate intense, con riunioni, preghiere, discussioni e decisioni importanti,
che avrebbero influenzato la Chiesa e il mondo.
Ogni sera Monsignor Gennarino comunicava a Sua Eccellenza le decisioni della giornata e il Vescovo lo ringraziava e lo lodava per come stava conducendo la missione.
Una sera gli raccontò anche l’emozionante intervento di Giovanni XXIII, che sarebbe stato ricordato come "Il Discorso della Luna":
Una sera gli raccontò anche l’emozionante intervento di Giovanni XXIII, che sarebbe stato ricordato come "Il Discorso della Luna":
“ Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera a guardare a questo spettacolo. Noi chiudiamo una grande giornata di pace: Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà ”