Delitto a Palazzo Chigi
Un giorno per far un dispetto alla Maestra, si mise d’accordo con il suo amico Leo e organizzarono uno scherzo; la maestra dettò il testo del tema: “Descrivete un evento che vi ha dato gioia e soddisfazione”. I due amici, compagni di banco, decisero di elaborare il tema creando una copia identica, ma con una differenza, l’elaborato di Leo perfetto e completo di punteggiatura, quello di Gigino pur avendo gli stessi paragrafi omise la punteggiatura, a fine testo si notavano 10 virgole, 3 punti e 4 punti esclamativi. Praticamente Gigino aveva riportato in fondo alla pagina tutta la punteggiatura inserita nel testo di Leo.
La maestra, il secondo giorno arrivò in classe con i temi corretti. Chiamò i due amici e chiese loro: “Ma avete copiato il tema?”. Gigino rispose: “Maestra controlli bene! Il mio non è identico al suo. C’è una bella differenza, Leo scrive bene, compresa la punteggiatura, il mio invece?” A questo punto la classe ebbe un sussulto tale, da costringere la maestra ad uscire dall’aula, ormai non ne poteva più, era disperata!
Nella stessa giornata Gigino uscendo da scuola, individuata la bicicletta della maestra, bucò le gomme con un coltellino.
Il giorno seguente, furono convocati in classe i genitori di Gigino e dopo lo sfogo della maestra, il Maresciallo furibondo, decise che il prossimo anno suo figlio avrebbe frequentato la scuola in un collegio.
Il Maresciallo sperando di poter redimere il figlio, pur con il parere contrario della moglie Maria, decise di portare suo figlio in un Convitto.
Dopo l’estate i genitori prepararono i bagagli e una mattina con il treno, si diressero per Napoli.
L'ingresso nel collegio rappresentò per Gigino una condizione di sofferenza che non cessò per tutto il periodo. Quel giorno entrò come convittore, accompagnato dalla mamma e dal Maresciallo, con due valige pieni di effetti personali tutti scrupolosamente preparati dalla Madre.
Varcata la soglia d’ingresso del palazzo, fu investito da un particolare odore di minestra che gli provocò voltastomaco, fino a costringerlo a vomitare vicino ad una colonna. Venne subito in soccorso il portiere che, portandogli un asciugamani disse: “Signurì u vi pigliate i collera” e rivolgendosi verso la signora: “A prima vota fanne tutti a cussì”.
Varcata la soglia d’ingresso del palazzo, fu investito da un particolare odore di minestra che gli provocò voltastomaco, fino a costringerlo a vomitare vicino ad una colonna. Venne subito in soccorso il portiere che, portandogli un asciugamani disse: “Signurì u vi pigliate i collera” e rivolgendosi verso la signora: “A prima vota fanne tutti a cussì”.