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Delitto a Palazzo Chigi


Durante l’estate Gigino socializzava con un gruppo di ragazzi conosciuti in spiaggia e spesso si aggregavano anche alcune ragazze. Settembre purtroppo arrivava presto, per cui si ritornava in collegio a consumare i soliti riti e le solite abitudini.
 
Tutto ciò durò fino alla terza media, Gigino venne licenziato con dei buoni voti, per cui il padre fu costretto a far rientrare il figlio, iscrivendolo al liceo.
 
L’esperienza del liceo fu poco proficua e nello stesso tempo, pieno di disavventure; si era aggregato a due coetanei che non facevano altro che distrarlo dallo studio e a fare continui “fugoni”. In quel periodo imparò a fumare, gareggiava a bigliardo in una sala giochi e spesso litigavano tra di loro, tanto che un giorno ritornò a casa con un occhio nero. Naturalmente il Padre lo redarguiva continuamente, ma aveva dalla sua parte la mamma che lo difendeva. Il primo e il secondo anno fu rimandato a settembre con tre materie e al terzo anno, visto gli scarsi risultati, il padre lo minacciò di rimandarlo in collegio. Gigino capì che non si poteva più scherzare e iniziò a prendere lo studio seriamente.
Finalmente arrivò la maturità e pur con una bassa valutazione, riuscì a terminare gli studi. In quell’estate conobbe un certo Giorgio che aveva studiato come ragioniere e quindi era alla ricerca di un posto di lavoro. In realtà Gigino era però più attratto dalla sorella di Giorgio, ma i due andavano d’accordo e se la spassavano andando a ballare e a divertirsi con la comitiva della sorella. Gisella era una bellissima ragazza bionda, con gli occhi verdi, molto alta e frequentava il quarto liceo scientifico. Aveva uno sguardo intelligente, era allegra, espansiva ed al contrario del fratello, riusciva ad aggregare molti amici attorno a sé. Gigino era così attratto dalla ragazza che sin dal mattino, si posizionava nelle vicinanze dell’abitazione, per poterle parlare, spesso però usciva in compagnia di Giorgio, per cui doveva fare molta attenzione agli sguardi e alle parole. Gigino, con estremo coraggio, una sera mentre ballava con Gisella, provò a sfiorarle la guancia, Gisella si ritrasse e disse: “ma tu cosa vuoi da me?”. Gigino imbarazzato rispose: “ho bisogno di te!”.
 
I due si fissarono e Gisella rispose con una grossa risata. I compagni si voltarono e qualcuno commentò: “Gigino le avrà raccontato una delle sue freddure “.
 
Sfiduciato e molto arrabbiato, prese a schiaffi uno di quei ragazzi e provocò anche la reazione sdegnata di Gisella che lo allontanò per sempre dalla compagnia.
Quella sera rientrando a casa della nonna, con sorpresa, incontrò il padre che era appena arrivato per trascorrere il ferragosto con loro. Si salutarono e dopo aver adagiato la valigia, disse: “Come stai, ti stai divertendo?”.
Gigino che aveva meditato molto, su quel rifiuto, rispose: “così così”.
Il padre capì che qualcosa non andava e continuò: “Raccontami, posso aiutarti?”.
 Gigino imbarazzato dichiarò: “Papà ho pensato molto al mio domani e finalmente ho deciso, farò il Carabiniere”. Il maresciallo un po’ meravigliato rispose: “Sei sicuro? È una vita difficile e con poche soddisfazioni!”. Il Maresciallo visto la fermezza e la consapevolezza del figlio disse: “Proprio in questi giorni ci è pervenuto il Bando di concorso che scade a fine mese quindi, dopo la festa, rientriamo a casa e prepariamo la domanda di ammissione.
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