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A NATALE FRIJRI I GUAJUNI



Negli anni ’55-’65 nel sud Italia aumenta notevolmente l’emigrazione.
Le mete più importanti erano soprattutto Milano, Torino, Genova, oppure Stati europei come Svizzera, Belgio e Germania.
In quel periodo il divario tra nord e sud dell’Italia era enorme, così costrinsero molte persone a trasferirsi nelle ricche città del Nord alla ricerca di una speranza di miglioramento.  
Questo flusso di gente obbligò perfino le ferrovie dello stato ad attivare un’ apposita linea ferroviaria, chiamata il “Treno del sole”, che attraversava l’Italia da nord a sud.
Gli uomini trovarono lavoro come operai nelle numerose di fabbriche e le donne al contrario erano occupate in lavori a domicilio, o nelle fabbriche tessili.
Durante questo periodo gli anziani, che erano rimasti nelle province del meridione, continuarono invece a lavorare la terra, e i giovani si trasferirono spesso nei vicini centri urbani, come Palermo e Napoli, dove c’era la possibilità di trovare un lavoro o continuare gli studi nelle università.
Questo grande movimento migratorio non poteva non creare ampi e diversi sconvolgimenti a livello sociale. Infatti molti problemi si crearono per gran parte della gente immigrata dal Sud.
Si viveva una  situazione di disagio causato dalle diverse condizioni climatiche, dai problemi riguardanti la lingua. Inoltre per loro era anche difficile adattarsi alla vita di città, estremamente diversa da quella a cui erano abituati  e determinarono così una certa insofferenza da parte dei residenti. Insomma il Sud si svuotò subito di anime, culture e popolazione a vantaggio del nord.


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